Pensierino n° 156 - 2ª domenica del tempo ordinario

DOMENICA 17 GENNAIO 2021
2ª domenica del tempo ordinario - B

Pensierino 156

Carissimi parrocchiani di Sondrio,
l’altro giorno sono andato al cimitero per benedire le ceneri di un defunto e mi hanno avvisato che poco prima c’era stata un’altra tumulazione. Non essendoci stato il funerale, ho cercato di capire qualcosa e mi è stato detto che era un signore sui 60 anni, che viveva da solo, che si è ammalato nella solitudine di casa sua, che è stato ricoverato in Ospedale a Sondalo, che è morto e adesso è stato seppellito senza nessun parente o conoscente. Solo nella vita e solo nella morte! Subito sono andato davanti alla sua tomba e ho pregato per la sua anima invocando la Misericordia di Dio. 

Questo fatto mi ha colpito e condivido con voi qualche ragionamento.

Forse sarò un ingenuo, ma pensavo che la solitudine fosse un problema delle grandi città, dove non ci si conosce, dove c’è molta mobilità per il lavoro, dove è tutto un po’ più anonimo. Non pensavo che questo dramma fosse presente anche in una piccola città come la nostra. Non aveva parenti? Figli? Nipoti? Cugini? Oppure amici? Colleghi di lavoro? Vicini di casa? Proprio nessuno?

Magari è stata una sua scelta quella di vivere una vita riservata e isolata. Ma noi cristiani e noi cittadini scegliamo che vada bene così? Vogliamo che Sondrio diventi una città “anonima” senza volto e senza volti e che le persone siano invisibili e le relazioni inesistenti? Vogliamo che tra noi regnino l’indifferenza, il sospetto, la chiusura? Questo fatto è un campanello d’allarme: adesso è il momento di convertirci e di cambiare rotta, prima che sia troppo tardi!

La via ce l’ha ricordata il Papa anche recentemente: riscoprire la “vicinanza” come unica strada per uscire dalle crisi; non usare più l’“io” ma il “noi” per iniziare a ragionare tenendo presente l’insieme; “prenderci cura” l’uno dell’altro come medicina per la nostra infelicità e solitudine.

don Christian