Pensierino n° 309 - 6ª domenica di Pasqua

DOMENICA 5 MAGGIO 2024
6ª domenica di Pasqua - B

Pensierino 309

Carissimi parrocchiani di Sondrio, 
abbiamo appena terminato le benedizioni delle case e delle famiglie. Condivido con voi alcune impressioni.

Innanzitutto, è sempre più difficile incontrare le persone a casa. O, meglio, gli anziani sono sempre a casa, ma gli adulti sono diventati introvabili. Le famiglie di oggi hanno dei ritmi davvero impressionanti: genitori che lavorano e tornano tardi la sera e poi devono portare i figli da una parte all’altra. Praticamente si corre sempre. Mi domando: ne vale la pena? Non si può tagliare qualcosa per vivere più sereni?

Inoltre, una volta tutti accoglievano con gioia il prete, anche quelli che non andavano in chiesa, e si scambiavano lo stesso due parole. Adesso, invece, tanti – soprattutto giovani adulti – rifiutano la benedizione, ma ancor peggio anche solo l’incontro umano. Alcuni rifiutano garbatamente con un sorriso, altri da dietro la porta fanno finta di non esserci. Dobbiamo prendere atto che la nostra Sondrio è cambiata, non dobbiamo dare più nulla per scontato: forse sta scomparendo anche una religiosità in cui tutti si dicevano cristiani. Mi domando: stiamo capendo la grandezza del cambiamento che è in atto?

Infine, tanti, al termine della benedizione, per salutarmi mi dicevano: “Buon lavoro”. All’inizio non ci avevo fatto caso, ma poi questa frase ha iniziato a preoccuparmi. Purtroppo, ormai il prete è visto come uno che ha scelto di fare questo mestiere piuttosto che il muratore, l’operaio o l’impiegato. Ma il prete è questo? Tutto è svuotato del senso di Dio e del mistero. Il prete, invece, è l’uomo innamorato del Signore, è il figlio che coltiva un rapporto speciale con Dio Padre, è il discepolo chiamato senza meriti a portare Gesù ai suoi fratelli, è il servo che per amore del Signore dona la sua vita al gregge a lui affidato. Mi domando: per voi chi è il prete?

don Christian