Pensierino n° 295 - 4ª domenica del tempo ordinario

DOMENICA 28 GENNAIO 2024
4ª domenica del tempo ordinario - B

Pensierino 295

Come don Bosco voglio credere ai sogni!
Carissimi parrocchiani, nella biografia di don Bosco si trova memoria di ben 153 sogni, dal primo fatto a 9 anni nel 1824 - e dunque la bellezza di 200 anni fa - all’ultimo che riporta la data del 1887, poco prima di morire.

Questi sogni sono variamente interpretabili dal momento che lui stesso nel raccontare l’ultimo sogno del 1877 così si confida con don Rua: “La notte scorso ho fatto un sogno”. Don Rua precisa: “Vorrà dire che ha avuto una visione”. Replica don Bosco: “Chiamala come vuoi, ma queste cose fanno crescere in modo spaventoso la responsabilità mia in faccia a Dio!”. E così dicendo piangeva, come conclude il cronista.

Guidato e incoraggiato da questi sogni-visioni, don Bosco si impegnò in imprese umanamente impensabili, in un contesto sociale non meno difficile di quello in cui viviamo, con la sola differenza che allora erano la povertà economica, l’analfabetismo e la carenza dello Stato sociale a creare problemi cui dare risposte, mentre oggi è alle povertà relazionali e all’indifferenza ai valori che bisogna dare risposte. 

E chi più di tutti pagano pegno sono i nostri ragazzi e giovani. Si può allora - nonostante tutto - pensare positivo e accettare la sfida che è stata proposta nel sogno dei 9 anni: “…dovrai farteli amici con bontà e carità, non picchiandoli. Su, parla, spiegagli che il peccato è una cosa cattiva e che l’amicizia con il Signore è un bene prezioso”.

Ecco allora riproporsi il sogno di mamme, papà, insegnanti, educatori e anche di noi preti e suore: riuscire a parlare al cuore dei nostri ragazzi per crescere una gioventù “bella” al seguito di Cristo, il “pastore bello” del suo gregge, senza perderci d’animo davanti a una impresa così grande.

don Giacinto Ghioni, sdb,
direttore dell’Istituto Salesiano di Sondrio

 

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