Il vescovo Oscar: "Un Natale di misericordia"

Carissimi fratelli e sorelle,

vi giunga il mio più caro augurio di vivere santamente e felicemente il Natale. Quest’anno si tratta di un’occasione speciale, in quanto il Natale ci trova impegnati, come Chiesa di Como, ad incominciare insieme il cammino del Sinodo, cammino di riscoperta della comunione nella Diocesi, cammino di riflessione su come rendere concreta la Misericordia nella vita della nostra Chiesa.

Natale, Gesù nasce davanti a noi

Ho invitato tutti a confrontarsi sul testo degli Orientamenti Pastorali ed una delle grandi domande che li scandiscono, “chi è il cristiano?”, alla quale è dedicato il secondo capitolo, parte proprio dal mistero sublime dell’Incarnazione che celebriamo nel Natale, il mistero di Dio che si fa incontro all’uomo.

Il cristianesimo non è tanto l’uomo che di sua iniziativa si impegna nell’incontrare Dio, ma nasce dallo stupore di sentirsi cercato da Dio, che per primo, in Cristo, vuole incontrare l’uomo. Il Signore Gesù non si stanca di cercare l’uomo, di attenderlo, di corrergli incontro, superando l’abisso che lo separa da lui, gli si pone “di fronte”. Mi sorprende sempre osservare come anche molti non cristiani abbiano un atteggiamento pieno di attenzione e di rispetto verso la figura di Gesù, nutrano stupore e simpatia e ricavino persino da lui indicazioni per la loro condotta di vita” (Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio, 15).

Lasciamoci anche noi ancora una volta sorprendere dalla contemplazione del mistero del Dio Bambino del Presepe.

L’Emmanuele, il Dio con noi

Ma il Natale non ci ricorda soltanto che Dio ci viene incontro nel Figlio, ma che proprio da qui comincia il cammino con cui il Cristo si fa solidale con noi nella quotidianità, nella concretezza della vita.

Nel mistero dell’Incarnazione – così ci insegna il Concilio – Gesù non ha solo predicato l’amore di Dio per l’uomo, ma «si è unito in un certo modo a ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo» (GS 22). Ha vissuto tutta la sua vita gomito a gomito, secondo la legge di questa appassionante prossimità, in quella «intimità itinerante» (EG 23) che non è mai riservata a pochi: tutti sono invitati a entrare nella comunione con Dio e tra di loro. La gioia del Vangelo è per tutti! Sempre, chi poggia per davvero il proprio capo sul cuore di Cristo – come il discepolo amato durante l’ultima cena (cf Gv 13,25) – non si allontana dagli uomini e non può che rendersi ad essi più vicino” (Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio, 24).

Il Natale sia occasione per ripensare alla presenza di Gesù nella nostra vita, per riscoprire la comunione con Dio e renderla visibile nella comunione tra gli uomini.

Gesù di Nazaret, la vita divina in noi

Ma occorre fare ancora un passo in più.

Tutti i buoni propositi di lasciarci provocare dalla presenza di Cristo che è ‘di fronte’ a noi e ‘con’ noi – lo sappiamo per esperienza – restano sempre insufficienti. Soltanto quando apriamo il nostro cuore all’amore e alla misericordia di Dio possiamo sentire scorrere la sua vita nella nostra. È quanto ci racconta Giovanni, nel suo Vangelo con la figura del «discepolo che Gesù amava». L’aspetto davvero rilevante di quest’uomo è il fatto che egli accetti di avere bisogno di Cristo, lasciandosi così anzitutto amare. Per questo l’evangelista lo ritrae, nella cornice simbolica dell’ultima cena, mentre appoggia il proprio capo sul cuore di Cristo (cf Gv 13,25), per sentire, in esso, il battito eterno della Trinità” (Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio, 27).

Che questo Natale allora ci aiuti a lasciarci amare da Gesù che viene per rivelarci il volto del Padre, per ridare dignità alla nostra esperienza umana, ma soprattutto per coinvolgerci nel grande mistero d’amore che riceviamo da Dio e che siamo chiamati a riversare sugli uomini. Sia davvero un Natale di comunione e di misericordia verso tutti.

Auguri

+ Oscar, vescovo

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